3 idee per un coaching di vendita di successo

by Oliviero Castellani

Un efficace coaching di vendita accelera la crescita delle prestazioni delle persone del team, migliorandone le conoscenze, le esperienze, le abilità, la saggezza e il talento.
Il coaching di vendita consente di definire gli obiettivi di business, delineare il flusso di lavoro e lavorare per ottenere i risultati desiderati.
Ecco 3 semplici, ma utili, suggerimenti.

1. Definire le aspettative

Ovvero “cosa speriamo di ottenere entro il . . .?” [definire il timing e gli obiettivi]. Quando impostiamo gli obiettivi in modo chiaro e semplice, crei un ambiente invitante e trasparente.

2. Creare un ambiente aperto

Un buon coaching di vendita deve essere attento e coinvolgente, motivante e istruttivo.
I collaboratori non dovrebbero aver timore di fare domande e venire a parlare con noi; facciamo domande, ascoltiamo ciò hanno da dire, offriamo la nostra guida e i nostri consigli.

3. Siamo pazienti e coerenti

Il cambiamento richiede tempo, e le sessioni una tantum non sono il miglior strumento per aiutare i propri collaboratori. Dovremmo organizzare un coaching settimanale, o almeno bisettimanale.

concludendo

Quando si parla di coaching di vendita, sia l’approccio che i risultati possono essere irregolari, ecco perché è essenziale un time to coach che ci permetta di essere nel tempo stimolanti e pazienti.

Cosa fa di un venditore un top performer?

Cosa spinge chi compra a scegliere un fornitore piuttosto che un’altro?

In un percorso di vendita professionale vince sempre la concretezza . . . 
si apprende da ciò che funziona, e sta già funzionando per altri!

 

Per maggiori informazioni, per un incontro conoscitivo, per definire come l’intervento possa allinearsi alla vostra realtà,  potete chiamare lo 02.498.70.21
chiedendo di Oliviero Castellani
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Influenzare: tre linee guida per porre domande

influenzare:
3 linee guida
per porre domande

by Oliviero Castellani

Influenzare grazie al saper porre domande positive e propositive, è parte integrante della buona vendita, e merita sempre una riflessione.

Nonostante la vasta letteratura sull’argomento il tutto può essere ricondotto a 3 linee guida.

driver n°1

Prima di cercare di controllare il processo di vendita grazie al domandare è bene stabilire un rapporto (una relazione, un legame) con tutti gli interlocutori.
Questo significa generare un approccio che metta ogni persona a proprio agio, perché le persone amano fare affari con coloro che trovano gradevoli e affidabili e non si fideranno mai di noi se non gli piacciamo.

Non c’è alcun bisogno di diventare i loro migliori amici, ma è importante che il nostro potenziale cliente ci piaccia in fretta, se vogliamo piacere a lui.
Questo è uno degli obiettivi dell’approccio, ancor prima di iniziare l’intervista, ancor prima di iniziare la vendita.

driver n°2

Evitare che distorsioni e cattivi pensieri, soprattutto se provengono dal cliente, si insinuino e inizino a bloccare la conversazione.
Sorriso, propositività e ritmo, senza diventare invadenti, permettono di mantenere il tutto in movimento verso una conclusione positiva.

driver n°3

Influenzare significa avere il coraggio di guidare le decisioni dei nostri potenziali clienti. Possiamo offrire tutti i prodotti e tutti i servizi del mondo, ma perderci nei dettagli di ognuno sarebbe troppo dispendioso e dispersivo. Fare domande fornisce le informazioni necessarie per eliminare i prodotti che non soddisfano le esigenze di chi abbiamo di fronte e concentrarsi su quelli che possono soddisfare le sue necessità, risolvergli dei problemi, migliorarne la situazione.

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Telemarketing: pre call parte 2

telemarketing:
precall parte II

by Oliviero Castellani

Telemarketing pre-call. 
Nella prima parte abbiamo definito l’importanza della ricerca, della qualificazione e del definire i propri obiettivi nella pianificazione e nella preparazione della telefonata, o nel preparare un “approccio con un cliente marginale, piuttosto che nuovo da conquistare”.

Vediamo ora l’importanza di come predisporci all’approccio e come gestire l’azione.

innanzi tutto occorre
"strutturare le domande"

In base ai passaggi precedenti ora siamo in grado pianificare e strutturare le domande chiave da porre al cliente.

Devono essere domande che ci possono aiutare a scoprire e verificare informazioni rilevanti, non solo legate ai possibili bisogni, ma anche ai criteri decisionali del nostro interlocutore.

Buone domande ci permettono di «raggiungere» gli obiettivi del potenziale cliente e, di conseguenza, i nostri.

La capacità di aprire con domande ben strutturate, unita a quella di saper approfondire le risposte del cliente, ci rende efficienti, e quindi “vantaggiosi”, per chi si sta relazionando, e confrontando, con noi.

Un altro modo per distinguersi è avvisare il cliente che lo stiamo per chiamare

 Una mail o un sms che lo avvisi che lo chiameremo e quando, magari con due parole sul motivo del perché lo contatteremo, viene apprezzata dalla maggior parte dei prospect, perché sapere il motivo, e quando saranno chiamati, permette loro di «essere già sul pezzo».

Infine impariamo a respirare.

Correre da una telefonata all’altra o agitarsi con una pianificazione ossessiva sono comportamenti controproducenti.

Respirare, concentrarsi, visualizzare il percorso utile per indirizzarsi al risultato voluto, sono momenti fondamentali prima di alzare il telefono o prima di incontrare un cliente.

Questo ci permetterà di far percepire agli altri la nostra calma e la fiducia che abbiamo in noi stessi.

Per un manager offrire la propria disponibilità nell’assistere, controllare, ma soprattutto supportare, i propri collaboratori nel recuperare efficienza in questi sei 6 passaggi focali, porta a migliorare l’efficacia di ogni approccio e, di conseguenza, porta a migliorare i risultati.

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