Vendite vs. Marketing ?!

by Oliviero Castellani

Quante volte, in azienda, abbiamo sentito – in tutte le salse – frasi come:

“Il marketing non funziona, costa troppo e non porta clienti!” o “Le vendite non stanno facendo il loro lavoro, cosa ci sbattiamo a fare se poi loro non presidiano i clienti  che portiamo?!”

Per chi di noi fosse cresciuto con fratelli o sorelle, questo scenario potrebbe suonare molto familiare – i classici litigi da cameretta!

Ma cosa accade davvero? Perché così tante società sembrano avere problemi interni quando si tratta di allineare i propri team di vendita e marketing?

PROSPETTIVA

Neanche tanti anni fa, esisteva una “e” sulla targhetta della porta dell’ufficio “vendite e marketing”. Questo perché usavano lavorare spesso a stretto contatto.
Quando le aziende, dai reparti a tempo pieno con personale a tempo pieno, sono passate ad utilizzare personale interno ed esterno, full & part-time ecc ecc. il sistema si è modificato di conseguenza e i due dipartimenti si sono separati l’uno dall’altro.

Il marketing è stato relegato alla “consapevolezza”, a quelle attività che avrebbero dovuto aiutato la gestione e la crescita del marchio e portare la “consapevolezza del mercato” all’azienda, le vendite – d’altro canto – sono divenute in pratica l’area aziendale adibita creare un profitto.

COMUNICAZIONE

Non è insolito leggere, soprattutto in articoli made in USA, frasi del genere: “Comunicazione: più manca, più se ne sente il peso”. 

Niente di più vero! Anche in termini di vendite e marketing, la mancanza di comunicazione è un problema importante, forse il più importante.
Senza comunicazione, nessuno dei due dipartimenti conosce i successi, i fallimenti, le sfide o l’insieme di quegli elementi che vanno implementati e modificati perché il dipartimento abbia successo.

Se il marketing per esempio, che ha il compito di generare le lead, porta lead di scarsa qualità alle vendite, ma non gli viene mai comunicata la cosa apertamente, il marketing assumerà di aver fatto adeguatamente il proprio lavoro, ignorando la frustrazione in corso alle vendite.

Se i due reparti comunicassero chiaramente su messaggio, tono, consegna, offerta, ecc. allora sarebbe possibile apportare le modifiche più corrette al fine di  raggiungere una qualità superiore di servizio.

Le vendite devono comunicare anche il tasso di conversione.
Il marketing genera le lead, ma una volta che la forza vendita entra in gioco, può perderne traccia.
Al fine di seguire l’intero processo, dall’alto verso il basso, il marketing deve sapere quali lead sono stati convertiti, per avere un quadro cristallino di quali sforzi hanno convertito quel cliente.

metodo

Lo so, lo so –  “metodo” suona come una parola piuttosto pesante per molti nel mondo degli affari. lo sappiamo tutti.
Ma quando i risultati sono, alla fin della fiera, la priorità per le aziende di ogni dimensione, avere un metodo deve divenire per noi fondamentale.

Non può uscire nulla di buono da un processo di vendita o marketing, senza un piano d’azione supportato dal metodo.

Le vendite non possono pianificare una pipeline senza metodo.
Una strategia di marketing non può essere eseguita senza obiettivi o metodo.
Deve esistere un metodo che gestisca la comunicazione avanti-e-indietro tra vendite e marketing.

Ciò di cui stiamo discutendo in questo momento sono gli elementi costitutivi per rendere più efficaci i nostri due motori – vendite e marketing. 

concludendo

Questi principi ci aiuteranno a pianificare a lungo termine, ogni anno, e nel breve termine per ogni atto decisivo; il tutto in armonia e all’unisono, come azienda!

Cosa fa di un venditore un top performer?

Cosa spinge chi compra a scegliere un fornitore piuttosto che un’altro?

In un percorso di vendita professionale vince sempre la concretezza . . . 
si apprende da ciò che funziona, e sta già funzionando per altri!

 

Per maggiori informazioni, per un incontro conoscitivo, per definire come l’intervento possa allinearsi alla vostra realtà,  potete chiamare lo 02.498.70.21
chiedendo di Oliviero Castellani
o inviare una mail

Blog: come influenza il business aziendale

by Oliviero Castellani

 
Nell’odierno panorama dei digital media, l’interazione con i clienti online è più importante che mai.
Secondo recenti studi di settore esteri, le aziende che hanno un blog a scadenza costante convertono il 57% in più di lead rispetto a quelle che non lo fanno.
Tuttavia, molti proprietari di aziende rimangono scettici riguardo i vantaggi di cui beneficerebbero grazie all’implementazione di un blog.

Ecco alcune delle obiezioni più comuni sui blog che ho sentito fare da alcuni proprietari d’azienda:

1 | "non so come si scrive un blog"

Quante volte magari l’abbiamo pensato anche noi “Non ho idea di come scrivere un blog”!
Eppure per scrivere un blog di successo e coinvolgente, potrebbe bastare – banalmente – pensare ai contenuti.
Prendiamoci qualche minuto durante la giornata, anche tutti i giorni se possibile, per segnarci alcune idee su ciò che vorremmo comunicare al nostro pubblico. Quindi, esponiamo queste idee.

Alcune domande chiave da porsi:

  • Chi sono i miei acquirenti?
  • Che tipo di pubblico voglio attrarre?
  • In che modo il mio blog rappresenterà la mia azienda?
  • Che cosa desidera sapere il mio pubblico sulla mia azienda, i miei servizi e i miei prodotti?
  • Quali consigli posso o devo condividere con il mio pubblico?
  • Come posso educare il mio pubblico su ciò che faccio e perché sono appassionato in ciò che faccio?

2 | "non ho tempo per un blog"

Questa è un’obiezione comprensibile.

Molti manager sono talmente impegnati in azienda, e su così tanti fronti, che immaginano di non avere il tempo di 
creare nè gestire un blog.

Il fatto è che dobbiamo averne il tempo.
La statistica menzionata in precedenza? ..quella del 57%? ..non l’avremo già dimenticata!
In termini di marketing inbound, la cosa più importante che la nostra azienda possa fare è creare un blog. Correremo altrimenti il rischio di rimanere indietro rispetto agli altri – ormai siamo nel 2019, e con ogni nuovo anno facciamo non uno, non dieci, cento passi in più verso il futuro!
 
Se non possiamo scrivere e gestire un blog, deleghiamolo ad uno dei nostri team, al marketing, a un’azienda o un freelance che si occupi di studiare contenuti ad hoc per aziende come la nostra.

I lettori online tendono a scansionare gli articoli. Quindi cerchiamo di non dilungarci mai troppo con un articolo, e se necessario dividiamolo in due articoli da postare a distanza di qualche giorno.

3 | "non vedo i risultati del blog"

In genere, quando questo pensiero affiora nella mente di chi ha finalmente implementato un blog in azienda, si riferisce al fatto che in genere i blog non mostrano massivi risultati di traffico online a breve termine – salvo contenuti particolarmente azzeccati in termini di trend.

Purtroppo è proprio così, ma è importante sapere che i benefici di un blog si accumuleranno regolarmente, nel tempo.
È anche importante ridefinire l’idea che abbiamo di un blog di successo e del supporto di cui un blog di successo ha bisogno.

il sistema di ricerca di Google non classifica più siti basati esclusivamente sulle parole chiave, ma anche sulla quantità di contenuti regolarmente aggiornati e pubblicati. Questo potrebbe spiegare perché le aziende che hanno un blog, hanno di media il 43% di visitatori in più sul web. 
Anche se “nessuno” legge il nostro blog, creando contenuti che Google apprezza a livello logaritmico, aumenteremo comunque il traffico convogliato sugli altri nostri canali web tramite il SEO.

Gli articoli del nostro blog comunicano al pubblico che siamo esperti e appassionati di quanto relativo al nostro campo, e magari anche in altro. Questo aiuta a promuovere un rapporto di fiducia e lealtà con il nostro pubblico, prima ancora di alzare il telefono o sedersi ad un meeting.

Costruirci una reputazione forte e positiva, e stare al passo con la competizione sui motori di ricerca, ci aiuterà a creare il nostro business in vista di risultati e successo nel lungo termine.

concludendo

Anche se potremmo non vedere risultati overnight (come dicono gli anglosassoni), impegnandoci per rimanere ottimisti e pubblicare continuamente contenuti di qualità, vedremo quasi certamente risultati positivi! 

Cosa fa di un venditore un top performer?

Cosa spinge chi compra a scegliere un fornitore piuttosto che un’altro?

In un percorso di vendita professionale vince sempre la concretezza . . . 
si apprende da ciò che funziona, e sta già funzionando per altri!

 

Gli ultimi articoli...

Per maggiori informazioni, per un incontro conoscitivo, per definire come l’intervento possa allinearsi alla vostra realtà,  potete chiamare lo 02.498.70.21
chiedendo di Oliviero Castellani
o inviare una mail

Competitor: come distinguersi dalla concorrenza

#SecretRECIPE

by Oliviero Castellani

La nostra azienda si distingue dalla concorrenza? O sembriamo come ogni altra azienda del settore?

È importante essere in grado di formulare la nostra “Ricetta” per poi farla “assaggiare” ai nostri potenziali clienti in modo che capiscano perché dovrebbero comprare da noi anziché da un nostro competitor.

Non è raro che le aziende diventino un po’ confuse riguardo ai loro fattori di differenziazione nel tempo – mentre l’azienda cresce e si evolve, il vantaggio competitivo potrebbe cambiare anche piuttosto sensibilmente – quindi sarebbe utile fermarsi e fare il punto della situazione a tal proposito almeno una volta all’anno.

Vediamo insieme qualche consiglio che potrebbe aiutarci ad approcciare un’analisi della concorrenza:

Tip #1: studiamo i nostri competitor

Cominciamo con l’identificare tre o quattro dei nostri principali concorrenti e raccogliamo quante più informazioni possibili su ognuna di esse (“tutto fa brodo”): storia dell’azienda, numero di dipendenti, prodotti e servizi offerti, elenco dei clienti chiave, fatturato e prezzi, presenza sui social media, tecniche di marketing online e offline, ecc.

Per la maggior parte di questi dati basterà impegnarsi in un’attenta ricerca online. Ma potremmo anche fare una telefonata ai nostri clienti attuali che potrebbero aver avuto contatti con la concorrenza prima acquistare da noi. Non dimentichiamo di parlare con il nostro team di vendita per scoprire cosa hanno imparato dalle loro esperienze con i prospect o interagendo con la concorrenza in occasione di fiere o eventi di networking – se è il caso.

 
Assicuriamoci di non perderci una virgola di ciò che i nostri concorrenti stanno facendo bene: usano magari un tipo specifico di tecnica di marketing che potrebbe funzionare anche per noi? Quali aspetti del loro sito Web e del marketing online hanno progettato diversamente da noi (o meglio noi) per attirare i clienti? ecc.

Dopo aver catalogato i punti di forza dei concorrenti, compiliamo un elenco delle loro debolezze, se ne individuiamo, e cerchiamo in esse l’opportunità per differenziarci offrendo contenuti o servizi in cui gli altri nel nostro mercato non sono performanti, o non hanno ancora implementato.

TIP #2: guardiamoci allo specchio

Quando abbiamo finito con i concorrenti selezionati, facciamoci la stessa serie di domande sulla nostra attività, puntiamo la lente di ingrandimento su noi stessi, dal punto di vista di un estraneo.

Potremmo, anche qui, chiamare alcuni clienti e partner per chiedere loro la gentilezza di valutare onestamente il nostro marketing online, i nostri prodotti e servizi e il servizio clienti.
Chiediamogli perché hanno scelto di lavorare con noi.
Quello che ci diranno può essere in linea con la nostra autovalutazione, o potrebbe sorprenderci mettendo in evidenza fattori che non abbiamo mai considerato importanti per il processo decisionale del cliente.
Potremmo vedere nuovi , decisivi particolari riflessi nello specchio. Particolari che ci siamo persi nell’insieme dell’immagine e nelle caratteristiche che siamo abituati e/o convinti di vedere ogni volta.

tip #3: identificare 3 qualità uniche

Confronta la nostra autoanalisi con i dati che abbiamo raccolto sui nostri principali concorrenti e facciamo una lista delle prime tre cose che differenziano la nostra azienda dai competitor che abbiamo selezionato e studiato.

È estremamente importante, naturalmente, assicurarci che le nostre tre qualità uniche siano effettivamente tali: #UNICHE
Cerchiamo di non cascare in cliché quali “servizio clienti superiore” o “prezzi convenienti”: in ogni settore, ad ogni livello, ci sono tante (troppe) aziende che dicono queste cose, siamo ormai saturi – come consumatori – di questo genere di comunicazione, quindi una “unicità” del genere non potrà essere veramente determinante al fine di differenziarsi positivamente sul mercato.

tip #4: aggiorniamo marketing & messaggio

Facciamo infine un passo indietro. Andiamo a dare un’occhiata al nostro sito web e al materiale che utilizziamo per il marketing con occhi nuovi: assicuriamoci che i nostri messaggi trasmettano chiaramente ciò che ci rende diversi dalla concorrenza. Quindi, consideriamo la possibilità di creare un nuovo documento, una landing page sul sito, una brochure ecc. che abbia un titolo tipo “In cosa alla #nomesocietà siamo diversi dagli altri”. Naturalmente possiamo sbizzarrirci riguardo al messaggio, ma il fine deve rimanere il medesimo: dobbiamo rinnovare la nostra immagine agli occhi del prospect, intrigandolo ed incuriosendolo nell’atto di scoprire cosa abbiamo di diverso rispetto agli altri sul mercato.

Last but not least, assicuriamoci sempre, costantemente che il nostro team di vendita sappia come parlare di ciò che ci rende differenti e quindi grandi, senza incappare negli assolutismi dei cliché che puntano a sottolineare troppo spesso un irraggiungibile ed irreale annientamento della concorrenza.

Cosa fa di un venditore un top performer?

Cosa spinge chi compra a scegliere un fornitore piuttosto che un’altro?

In un percorso di vendita professionale vince sempre la concretezza . . . 
si apprende da ciò che funziona, e sta già funzionando per altri!

 

Per maggiori informazioni, per un incontro conoscitivo, per definire come l’intervento possa allinearsi alla vostra realtà,  potete chiamare lo 02.498.70.21
chiedendo di Oliviero Castellani
o inviare una mail