Blog: come influenza il business aziendale

by Oliviero Castellani

 
Nell’odierno panorama dei digital media, l’interazione con i clienti online è più importante che mai.
Secondo recenti studi di settore esteri, le aziende che hanno un blog a scadenza costante convertono il 57% in più di lead rispetto a quelle che non lo fanno.
Tuttavia, molti proprietari di aziende rimangono scettici riguardo i vantaggi di cui beneficerebbero grazie all’implementazione di un blog.

Ecco alcune delle obiezioni più comuni sui blog che ho sentito fare da alcuni proprietari d’azienda:

1 | "non so come si scrive un blog"

Quante volte magari l’abbiamo pensato anche noi “Non ho idea di come scrivere un blog”!
Eppure per scrivere un blog di successo e coinvolgente, potrebbe bastare – banalmente – pensare ai contenuti.
Prendiamoci qualche minuto durante la giornata, anche tutti i giorni se possibile, per segnarci alcune idee su ciò che vorremmo comunicare al nostro pubblico. Quindi, esponiamo queste idee.

Alcune domande chiave da porsi:

  • Chi sono i miei acquirenti?
  • Che tipo di pubblico voglio attrarre?
  • In che modo il mio blog rappresenterà la mia azienda?
  • Che cosa desidera sapere il mio pubblico sulla mia azienda, i miei servizi e i miei prodotti?
  • Quali consigli posso o devo condividere con il mio pubblico?
  • Come posso educare il mio pubblico su ciò che faccio e perché sono appassionato in ciò che faccio?

2 | "non ho tempo per un blog"

Questa è un’obiezione comprensibile.

Molti manager sono talmente impegnati in azienda, e su così tanti fronti, che immaginano di non avere il tempo di 
creare nè gestire un blog.

Il fatto è che dobbiamo averne il tempo.
La statistica menzionata in precedenza? ..quella del 57%? ..non l’avremo già dimenticata!
In termini di marketing inbound, la cosa più importante che la nostra azienda possa fare è creare un blog. Correremo altrimenti il rischio di rimanere indietro rispetto agli altri – ormai siamo nel 2019, e con ogni nuovo anno facciamo non uno, non dieci, cento passi in più verso il futuro!
 
Se non possiamo scrivere e gestire un blog, deleghiamolo ad uno dei nostri team, al marketing, a un’azienda o un freelance che si occupi di studiare contenuti ad hoc per aziende come la nostra.

I lettori online tendono a scansionare gli articoli. Quindi cerchiamo di non dilungarci mai troppo con un articolo, e se necessario dividiamolo in due articoli da postare a distanza di qualche giorno.

3 | "non vedo i risultati del blog"

In genere, quando questo pensiero affiora nella mente di chi ha finalmente implementato un blog in azienda, si riferisce al fatto che in genere i blog non mostrano massivi risultati di traffico online a breve termine – salvo contenuti particolarmente azzeccati in termini di trend.

Purtroppo è proprio così, ma è importante sapere che i benefici di un blog si accumuleranno regolarmente, nel tempo.
È anche importante ridefinire l’idea che abbiamo di un blog di successo e del supporto di cui un blog di successo ha bisogno.

il sistema di ricerca di Google non classifica più siti basati esclusivamente sulle parole chiave, ma anche sulla quantità di contenuti regolarmente aggiornati e pubblicati. Questo potrebbe spiegare perché le aziende che hanno un blog, hanno di media il 43% di visitatori in più sul web. 
Anche se “nessuno” legge il nostro blog, creando contenuti che Google apprezza a livello logaritmico, aumenteremo comunque il traffico convogliato sugli altri nostri canali web tramite il SEO.

Gli articoli del nostro blog comunicano al pubblico che siamo esperti e appassionati di quanto relativo al nostro campo, e magari anche in altro. Questo aiuta a promuovere un rapporto di fiducia e lealtà con il nostro pubblico, prima ancora di alzare il telefono o sedersi ad un meeting.

Costruirci una reputazione forte e positiva, e stare al passo con la competizione sui motori di ricerca, ci aiuterà a creare il nostro business in vista di risultati e successo nel lungo termine.

concludendo

Anche se potremmo non vedere risultati overnight (come dicono gli anglosassoni), impegnandoci per rimanere ottimisti e pubblicare continuamente contenuti di qualità, vedremo quasi certamente risultati positivi! 

Cosa fa di un venditore un top performer?

Cosa spinge chi compra a scegliere un fornitore piuttosto che un’altro?

In un percorso di vendita professionale vince sempre la concretezza . . . 
si apprende da ciò che funziona, e sta già funzionando per altri!

 

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Processo di vendita . . . si o no?

La cattiva gestione del processo di vendita è la principale disfunzione di ogni forza vendita.
Mentre la maggioranza delle organizzazioni dichiara di avere un processo di vendita, la maggioranza dei venditori dichiara di non utilizzarlo.

Facilitare la complessità

In un ambiente di vendita complesso come quello odierno, nel processo di vendita sono spesso coinvolte più funzioni. 
I venditori efficaci forniscono tutte le informazioni alle diverse controparti agevolandone sia il prendere decisioni, che l’agire.

Compratori: quando comanda il processo d’acquisto

Compratori sempre più esigenti richiedono, per chi vende in un mercato competitivo, continui cambiamenti. 
Occorrono venditori con nuove competenze, capaci di neutralizzare rapidamente la concorrenza e accedere ai sogni e ai desideri inespressi dei loro clienti. 
Serve un processo di vendita allineato, e integrato, con il nuovo processo di acquisto di clienti sempre più informati.

Stay Young

Per apprendere occorre una visione rotonda dei fenomeni e della vita.

Non dobbiamo mai dare mai nulla per scontato.

E’ importante verificare rispetto alla conoscenza e all’esperienza acquisite, ma lo è anche il cercare nuove strade fuori da schemi predeterminati.

Questo è sicuramente un modo per mantenersi “giovani”, prendendo ogni cosa come un gioco; ricordiamoci che i bambini, quando giocano, lo fanno molto seriamente.

Ogni giorno può essere un nuovo giorno, più fresco rispetto a ieri . . .

Consenso

Consenso indica che si è d’accordo su qualcosa, ma non significa necessariamente accordo pieno di tutti su tutto; il consenso punta a far convivere le differenze, non a eliminarle.

Il consenso riguarda in sostanza la volontà di continuare a camminare insieme ed è basato sulla fiducia e sulla libertà reciproca.

Nemici di noi stessi

Avete mai notato che più si cerca di influenzare qualcuno, e più si cerca di convincerlo, più quest’ultimo tende a far diventare l’iniziale titubanza un muro spesso invalicabile?
Nonostante si sfoggino i migliori argomenti, la persona appare sempre meno disposta all’ascolto.
Potrebbe essere una persona testarda, certo è che anche la nostra insistenza nel cercare di convincerla con “fiumi di parole” non è da meno.
Non tutti sono disponibili a farsi prendere per “sfinimento”.
In altre parole, queste sono le situazioni in cui entrambe le parti, arroccati sulle proprie posizioni, non riescono a dialogare.
Il fuoco di fila delle nostre parole serve, il più delle volte, a mostrare chi siamo, e non quanto siano buone la nostra proposta o la nostra idea.
Quando nel corso di work-shop e seminari sottolineo l’importanza di “parlare meno e ascoltare di più” trovo sempre tutti d’accordo.
La differenza tra la teoria e la pratica, sta proprio nel cercare di applicare, nonostante i nostri limiti, quello che sappiamo essere il “giusto” comportamento per evitare di finire, o per cercare di uscire, dall’angolo in cui spesso ci veniamo a trovare, e non sempre, o solo, per via degli altri.
Per un breve approfondimento vi rimando a un post del settembre 2009 “Comunicare significa ascoltare“.

Se avete una domanda specifica su come “argomentare efficacemente, evitando e rimuovendo ostacoli e barriere” contattateci

L’intuito

Tutti siamo dotati di intuito: c’è chi si sforza di svilupparlo, c’è chi si accontenta di quello che ha, c’è chi tende a comprimerlo.

E’ l’intuizione che ci permette di vedere oltre il presente, di “vivere” la “vera” natura di un individuo, aldilà delle maschere che ognuno di noi può indossare a seconda delle circostanze.

Più conosciamo una persona e più riusciamo a penetrare nel suo “io”; una tale conoscenza è di valore inestimabile, ma richiede che si parli di meno e si ascolti, e si osservi, di più, permettendo al proprio intuito di crescere e svilupparsi.

Se l’intuito è la possibilità di sentire con la “pelle”, è difficile riconoscere i segnali che la stessa ci manda, soprattutto se siamo troppo concentrati su noi stessi, su quello che abbiamo da dire e su quello che vogliamo o non vogliamo.

Relationship

 

Tip del giorno:
“Avere un grande rapporto con il cliente è bello, ma non è sufficiente.”

Una persona di valore

Diventare una persona di valore vuol dire avere abitudini eccellenti, ma per fare questo bisogna essere indulgenti e pazienti con noi stessi.
Ci abbiamo messo una vita a diventare ciò che siamo, non è possibile cambiare tutto dalla sera alla mattina; anche se abbiamo una serie di nuovi comportamenti che vorremmo adottare, facciamolo con calma, una nuova abitudine alla volta.
Quando la nuova abitudine sarà assimilata potremo passare ad apprendere la successiva.
Noi siamo un “divenire umano”, in uno stato di crescita ed evoluzione permanente, in cui non importa da dove veniamo, ma conta dove siamo e soprattutto dove, e come, vogliamo andare.
“Ciò che accade a un uomo è meno importante di ciò che accade dentro di lui” – Louis L. Mann -.