Nessuno potrà mai dimenticare l’ammonizione di Blake per i venditori immobiliari in “Americani”: “ABC: A-Always B-Be C-closing” . . . chiudere sempre i contratti.
Blake era il venditore, brillantemente interpretato da Alec Baldwin, inviato a migliorare i risultati di vendita di un gruppo di venditori di immobili sotto performanti.
Uno dei motivi per cui il personaggio è così attraente sullo schermo è che è strettamente abbinato ai comportamenti di vendita di molti venditori in passato.
Questo è ciò che è stato insegnato e quello che ci si aspettava da loro.
Nel 1988, Neil Rackham (conferenziere e scrittore di vendita e marketing) ha scritto un libro intitolato “spin selling (situazione, problema, implicazione, beneficio) – la vendita spin”.
Rackham, che riteneva di avere trovato una correlazione diretta tra i comportamenti di chiusura e di vendita, con il suo “spin selling” tendeva a confermare la prassi secondo cui i comportamenti che formulassero più tentativi di chiusura, generassero più vendite solo in presenza di un importo in dollari esiguo e i rischi fossero bassi, e che nelle vendite più importanti questa “insistenza” doveva essere surrogata da attività di apertura.
Proviamo a confrontare questi 2 atteggiamenti complementari, che a volte generano contrasti nel venditore, soprattutto in presenza di vendite importanti o complesse.
L’atteggiamento closer (chiudere) implica che, durante tutto il processo di vendita, un venditore verifichi più volte la disponibilità a impegnarsi, ovvero che, per avere successo, egli punti su diverse richieste intermedie, al fine di facilitare la disponibilità e la convinzione all’acquisto da parte del cliente.
Molti venditori, oggi, ritengono questi comportamenti da “vecchia scuola”, comunicando così il disagio nei confronti di questo modello, che ritengono anche manipolatorio.
Incontrandoli e ascoltandoli sorge spontaneo porre la domanda “cosa succederebbe nella vita di un venditore se questi non riuscisse a ottenere impegni d’acquisto”?
Possiamo chiamarla chiusura, possiamo chiamarlo ottenere l’impegno, ma è evidente che la predisposizione a “chiedere” è un attributo necessario ed essenziale del venditore.
Coloro che non sono inclini all’atteggiamento closer tendono a propendere e enfatizzare l‘atteggiamento opener di colui che ritiene che l’apertura sia molto più importante della chiusura.
Vero è che nell’attuale contesto l’apertura è diventata una sfida che ogni venditore deve essere sempre più in grado di cogliere, ma resta il fatto che concentrarsi solo sull’aprire nella speranza che le cose poi vadano da sé, potrebbe dar luogo a cocenti delusioni.
Generare interesse, capacità di creare valore, generare nuovi appuntamenti per formulare nuove proposte sono attività indispensabili, ma non focali nel mantenere il controllo nella fase conclusiva della trattativa.
Il lavoro di Rackham che si basa, in sintesi, sul fatto che per una vendita di successo è il cliente, il compratore, che deve parlare, . . . condurre la conversazione per la maggior parte del tempo, questo è il “segreto” di SPIN selling. Come si fa a far parlare il cliente? Facendogli delle domande! Non semplici domande, domande “furbe”, poste in una specifica sequenza . . . può essere, in parte, responsabile della mancanza di efficaci comportamenti di chiusura.
La vera abilità dei professionisti delle vendite è quello di essere in grado di creare un valore sufficiente in ogni interazione, capace di chiedere correttamente l’impegno al cliente.
Domandiamoci
- Siamo tra coloro che cercano l’impegno del cliente in ogni interazione di vendita?
- Abbiamo la capacità di generare abbastanza interesse e abbastanza valore per il prospect?
- Cerchiamo di chiudere prima ancora di aver prodotto un valore sufficiente per la controparte?
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Impieghiamo più tempo nella ricerca di nuove opportunità per canalizzare le vendite di quello dedicato alla chiusura delle opportunità esistenti nella nostra pipeline?