Veniamo a conoscenza, in ritardo e in modo indiretto, di alcuni problemi con un Cliente, piuttosto che di una problematica potenzialmente risolvibile con un collaboratore,.
Una linea di prodotti che si è rivelata fallimentare giunge per la prima volta alla nostra attenzione, in quanto oggetto di una deludente relazione trimestrale.
In ognuno di questi casi qualcuno avrebbe dovuto informarci prima.
Riflettiamo un momento: incoraggiamo gli altri a riferirci le cattive notizie, così come le buone?
Come fare per avere tutte le informazioni essenziali il più possibile vicino ad un “tempo reale”?
Quanto dei punti a seguire ci appartiene, totalmente o anche solo in parte?
- Siamo accessibili.
Se ci troviamo spesso fuori città o dall’ufficio o, più semplicemente, è difficile contattarci o incontrarci, è probabile che i nostri collaboratori finiscano con lo scoraggiarsi e rinuncino a tenerci informati; una porta chiusa è spesso un limite invalicabile.
- Facciamo in modo che le persone possano incontrarci in privato.
Le persone che lavorano con noi devono avere l’opportunità di incontrarci privatamente, specialmente quando le notizie che hanno da riferire potrebbero generare imbarazzo per loro o per noi stessi.
- Impariamo ad ascoltare.
Alcune persone pensano che i loro collaboratori semplicemente non li stiano tenendo sufficientemente informati; spesso si distraggono al punto da non assorbire gran parte delle informazioni che vengono loro recapitate.
- Formare i propri collaboratori a comunicare in modo efficace.
Mandateli a dei seminari o corsi di formazione dove possano imparare a trasmettere messaggi precisi, tempestivi e comprensibili
- Non “puniamo” chi ci porta cattive notizie.
Evitiamo di arrabbiarci con la persona che non ci porta buone notizie.
Dirigiamo la nostra attenzione verso ciò che può essere fatto per evitare che il problema si presenti di nuovo, piuttosto che inveire verso la persona che l’ha causato, o lo ha riportato.
- Non manifestiamo preoccupazione quando riceviamo cattive notizie.
Se i collaboratori pensano che le cattive notizie ci causino una certa angoscia, potrebbero anche volerci proteggere da ulteriori dispiaceri
- Facciamo si che i nostri collaboratori comprendano l’importanza del loro lavoro.
Quando i collaboratori hanno una visione ristretta del loro lavoro, possono non rendersi conto dell’importanza di avvisare gli altri per qualche cambiamento, sia positivo che negativo, avvenuto in esso.
Mostriamo alle persone in che modo i loro esiti positivi ed i loro insuccessi sono direttamente connessi ai nostri.
- Non infastidiamoci quando ci forniscono informazioni che già conosciamo.
Ci sono persone che diventano scortesi quando vien loro riferito qualcosa di cui sono già a conoscenza. Quasi aggrediscono i collaboratori con un “Lo so!!!”.
Questo obbliga gli altri ad essere selettivi ed esitanti nel comunicare le notizie.
- Non infastidiamoci quando ci fanno delle domande.
Certe persone si spazientiscono con chi fa loro delle domande, specialmente se ritengono che questi dovrebbero già conoscere da soli le risposte.
Una volta provata la scottatura derivante da questo atteggiamento intollerante, gli altri tenderanno a manifestare una certa chiusura
Se rispondiamo positivamente almeno al 50% di questi requisiti, e soprattutto rispettiamo al 100% il punto 1), non dovremmo avere particolari problemi, ma in caso contrario ………